ZE ‘ALEINU (Dipende da noi)
- progetto 710
- 26 mar 2024
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 9 mar
Un adrenalinico brano che - di fronte al trauma del 7/10 - sfoga una gran rabbia, incanalandola attraverso patriottismo e una una sorta di fede da stadio.
AUTORI: Subliminal e The Shadow, con la partecipazione di Raviv Kaner.
STILE: Adrenalinico (XL) | Lo Stadio va alla Guerra |
CATEGORIE: Patriottismo o Propaganda | Neofede e Saccarina | Guardando Avanti
USCITA: 29/01/2024, giorno 114 di guerra e prigionia degli ostaggi.
LINK al brano: https://youtu.be/gpoX7w2RayQ?si=6uTi02DFmz82HhXK
TRADUZIONE, NOTE e COMMENTI:
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[Immagini dei Kibbutz alla frontiera di Gaza distrutti durante l’attacco-strage del 7/10 + Immagini degli ostaggi rapiti lo stesso giorno].
[Cadenzato, fuori campo: “Sinistra, Destra, Sinistra, Destra…”]
[RAP]: Buona sera Gaza!
Altro giorno, altro nazista morto!
Nova (01) era sulla spiagga,
Golani è ora al Parlamento (02)
Diciamo a Yehye Sinwar: “Yeah we’ve seen war
Boom! Bye bye, bitch! Il tempo è scaduto!”
Razzo e tuono, arrivo come un Barak (03)
Non Ehud (04), non Aharon (04), non Obama (04)… il carro armato!
I fratelli non stanno li ad aspettare d’esser richiamati
veston subito la divisa
(Come) leoni e leonesse salgon sulle “Tigri” (06).
Le mie frasi sono frecce che intercettano i pensieri
ogni parola fa pieno centro
ogni lettera è ben piazzata nel mirino.
Sentite le cadute (07)
corrono alle tane,
saltan dentro le bocche dei tunnel (8.),
seppelliscon le carogne.
Fajar (09), RPG (09), due granate, Zig (09),
“Obiettivo individuato, 2-3 Sha-ger! (10)
Boom! Tutto è ben preciso e anche fatale
Volevate Fauda? Beccatevi il finale!
M…..F…..s! (03)
[MELODICO]: Anche quando il cuore è spezzato
sappi che arriverà sempre il domani
e la speranza germoglierà, arriverà
Dipende da noi. (11)
Da ora, lo giuro,
combatto per la prossima generazione
anche se la strada è lunga
non dimenticheremo, non perdoneremo
Dipende da noi (11)
[RAP]: Son stato forgiato nel sangue, ombra di uomo,
bruciano in me sentimenti di vendetta
e fa caldo.
Tamburi di guerra, anche il cuore fa Ra-pa-pam!
Donne e bambini sono stati arsi come carbone!
(Questo) non mi lascia in pace, sto sveglio, non riesco ad addormentarmi.
la paura, il pianto son come la fine del mondo!
Guardo i bambini e all’improvviso mi sento riportato li
e dico “Dio prendi me al posto loro”.
Io combatto - io combatto!
Son cacciatore - son cacciatore!
Non ho paura - non ho paura!
di morir solo - Dio Uno!
Io sono un leone - sono un leone
loro son pecore - son pecore!
Io sono un predatore - un predatore
loro son animali cacciati - nessuno si salva!
Non mi spezzerete lo spirito
non mi frantumerete l’anima
Non violenterete, non ucciderete, non brucerete la speranza!
Non (più) ebreo piccolo, pauroso,
con le ginocchia tremanti.
Ebreo con capacità di fuoco
colonne di fumo (12)
e spade (13).
È il Dio della Vendetta
in nome delle anime (uccise)
No, non ho misericordia
e voi non avete parole per implorare il perdono.
Stirpe di ‘Amaleq (14)
le preghiere non vi saran di aiuto
Non c’è pietà per i branchi di ratti
Crepate supplicando!
[MELODICO]: Anche quando il cuore è spezzato
sappi che arriverà sempre il domani
e la speranza germoglierà, arriverà
Dipende da noi. (11)
Da ora, lo giuro,
combatto per la prossima generazione
anche se la strada è lunga
non dimenticheremo, non perdoneremo
Dipende da noi (11)
[RAP]: Ebbene abbiam capito,
siam tutti un unico, siam tutti insieme.
La barca è la stessa,
walla! (15) questo è la situazione ora, nel bene e nel male.
Non importa per chi hai votato, [fuori campo: “Siam tutti un unico!”]
non (importa la tua) origine etnica e nemmeno (di che) religione
Ora è nuvoloso, ma c’è speranza,
la luce non si è spenta.
Salvaguardiam la casa,
salvaguardiamo il cuore, la famiglia
Santifichiamo la vita, santifichiamo quel che è buono, santifichiamo l’amore.
Proteggiamo i bambini, il futuro, la gioia
Quando finisce la logica, d’un tratto inizia la fede!
Come sarai capace di imparare
se non sei capace di ricordare?
Come sconfiggerai il buio
se rifuggi dalla luce?
È l’ora della Tikkùn (16)
è l’ora dell’azione.
Perciò preparati al Diluvio
perché questa è la generazione della Redenzione!
Uh!
L’ordine del giorno è un ordine immediato a riconciliarsi! (17)
Uh!
Tutto a un tratto mio fratello con lo shtreimel (18)
mette piede al distretto militare (19)
Uh!
E mio fratello di Kaplan (20)
ritorna in sinagoga (21).
Il futuro dei nostri bambini
dipende tutto dalla patria
E non ve n’è altra!
[MELODICO]: Anche quando il cuore è spezzato
sappi che arriverà sempre il domani
e la speranza germoglierà, arriverà
Dipende da noi. (11)
Da ora, lo giuro,
combatto per la prossima generazione
anche se la strada è lunga
non dimenticheremo, non perdoneremo
Dipende da noi (11)
[Cadenzato, fuori campo: “Sinistra, Destra, Sinistra, Destra…”]
NOTE e COMMENTI:
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(01) Nova: Si riferisce al “Festival Nova”, il rave party colpito da Hamas durante l’attacco-strage del 7/10/23.
Al festival Nova sono stati uccisi 364 civili e ferite numerose altre centinaia di giovani. Inoltre, 40 giovani partecipanti sono stati rapiti e condotti in ostaggio a Gaza.
(02) Si riferisce alla presa del Palazzo del Parlamento del regime di Hamas a Gaza, da parte della Brigata Golani di Tzah”al (IDF), l’Esercito Israeliano.
Il palazzo, conquistato il 13/11/2023, venne raso al suolo dall’esercito due giorni dopo.
(03) Barak: in ebraico la parola significa “fulmine”. È però anche sia il nome di un modello di mezzo corazzato di produzione israeliana (v. verso successivo) sia un cognome (v. nota 04).
Questo verso e quello successivo contengono un gioco di parole che utilizza i diversi significati della parola “barak”.
(04) Riferimento a Ehud Barak, ex Comandante di Stato Maggiore e Primo Ministro.
Riferimento a Aharon Barak, ex Presidente della Corte Suprema.
Riferimento al nome dell’ex Presidente USA Barack Obama.
Vedasi nota precedente per il gioco di parole insito nei due versi.
(05) Gioco di parole. “Tigre” in ebraico si dice “Namer”. “Namer”, tuttavia, è anche il nome di un cingolato con blindatura leggera per il trasporto truppe.
(06) In ebraico “nefilòt” (cadute). Si tratta del termine utilizzato per indicare la caduta(e) sul territorio di un razzo, missile o colpo di mortaio.
(07) Si riferisce ovviamente all’ampia, sofisticata e pericolosa rete di tunnel costruita da Hamas nel sottosuolo di Gaza, utilizzata dai combattenti e dirigenti dell’organizzazione terroristica per rifugiarsi e dirigere i combattimenti. In questi tunnel sono anche stati tenuti gli ostaggi rapiti e imprigionati a Gaza a partire dal 7/10/2023.
(08) Fajar, RPG (…) Zig:
Rispettivamente i nomi di un tipo di razzo per artiglieria, di un razzo anticarro a spalla e di una rinomata marca di armi da fuoco tedesca (Sig Sauer).
(09) In ebraico: “Shtaym (2) - Shalosh (3) - Sha-ger!”, (2 - 3 - Lan-cia!)
Frase cadenzata pronunciata da un operatore prima di aprire il fuoco a distanza per mezzo di droni o altro strumento avanzato (una specie di “1-2-3 Fuoco!”).
La frase 2-3 Sha-Ger! è spesso udibile fuori campo nella documentazione filmata di attacchi svolti utilizzando gli strumenti di cui sopra. La frase registrata, estrapolata dalla documentazione di attacchi svolti, è stata utilizzata in molti brani musicali, prevalentemente Rap o Techno, usciti nel corso della guerra. Alcuni di questi brani sono stati addirittura creati al fronte, da soldati durante pause sul campo di battaglia, in modo più o meno dilettantesco o professionale, per poi essere diffusi attraverso i social media.
(10) In ebraico “Ze ‘aleinu”, titolo del brano. Letteralmente “è su di noi”.
L’espressione, al singolare o al plurale può avere significati diversi: “dipende da noi”, o anche “tocca a noi” (ad es. al sing. “tocca a me”, “è il mio turno” detto da chi intende pagare a qualcuno o a tutti un pasto o da bere ), ma anche “è nostro dovere”.
(11) In ebraico: Timrot ‘ashan. Lett. “colonne di fumo” che si innalzano da un forte incendio. Termine di origine biblica che indica distruzione e catastrofe.
In forma di metafora si accompagna spesso, in terzetto, alle parole “Dam” (sangue) e “Esh” (fuoco). Cfr. nella Bibbia il profeta Gioele: ”Produrrò dei chiari segni in terra e in terra: sangue, fuoco e colonne di fumo” (Joel, 3:3).
(12) In ebraico: “charavòt” (spade). Si riferisce evidentemente non solo all’armi da taglio (peraltro anacronistiche nel contesto) bensì al nome dato alla guerra in corso: “Charavòt Barzel” (Spade di Ferro) “Iron Swords Operation”.
(13) ‘Amaleq, nome biblico indicante gli Amaleciti, una tribù che attaccò il Popolo d’Israele nel deserto (Esodo, 17: 9-15) approfittando dello stato di sfinitezza del Popolo stesso appena uscito dall’Egitto. La Tribù di ‘Amaleq, dal nome del progenitore degli Amaleciti, è descritta nella Bibbia come un gruppo particolarmente crudele e infido.
È anche nota la frase biblica “Ricorda quel che ti fece ‘Amalek (…) Non dimenticarlo” (Deuteronomio, 25:17-19). Questa trasmette sia un vero e proprio precetto, sia un obbligo morale di memoria storica che, nei secoli, è divenuto metafora indicante molte altre figure o popoli che nel tempo hanno perseguitato il Popolo Ebraico.
(14) "Walla!" Espressione derivante dall’arabo ed entrata a far parte dell’ebraico colloquiale. Esclamazione di stupore o di entusiasmo, usata per sottolineare qualcosa ma anche come incipit per rafforzare un’affermazione.
La pedante Accademia della Lingua Ebraica, con sede a Gerusalemme, ha individuato nell’ebraico informale ben 11 diversi tipi di uso di questo termine.
(15) Tikkùn, letteralmente “riparazione”.
Al di là del senso letterale e tecnico, il termine “Tikkun” assume valenze diverse nell’Ebraismo quando associato ad un’altro termine. Può, ad esempio, indicare un libro (“Tikkun koreim”, volume che serve da manuale di riferimento per lo scriba), un evento legato allo studio e alla spiritualità (ad es. “Tikkun Leil Shavu’ot”, una quasi-maratona-notturna di studio, che si tiene nella notte della festa di Shavu’ot) o può anche indicare un concetto cabalistico, filosofico o etico.
Il Tikkun più conosciuto è il c.d. Tikkun ‘Olam (Correzione del Mondo). Per Tikkun ‘Olam si intende, in genere, un insieme di comportamenti pratici e spirituali, il cui fine è un miglioramento materiale e spirituale dell’umanità intera, messo in opera - in primis - dal Popolo Ebraico. Tale miglioramento è finalizzato anche a tentativi di avvicinamento della Redenzione e della c.d. Era Messianica.
È ragionevole pensare che il verso della canzone si riferisca appunto ad una forma di Tikkun ‘Olam, seppur proposta attraverso misure e mezzi ben più pratici che spirituali.
(16) Gioco di parole tra due termini in ebraico: “Tzàv HaSha’a” (Ordine immediato / qualcosa che va eseguito senza alcun indugio) e “Tzav Piùs” (Ordine a riconciliarsi). Quest’ultimo è, a sua volta, una specie di gioco di parole. Infatti, in Israele, è ben più noto e in uso il termine “Tzav Ghiùs” (Ordine di arruolarsi nell’esercito) quello che gli Israeliani, ragazzi e ragazze, ricevono all’età di 18 anni; ciò che in Italiano era, in passato, la c.d. “Cartolina Precetto”.
(17) e (18) "Shtreimel", parola yiddish che indica un ampio colbacco di pelliccia, indossato il Sabato e nei giorni di festa dagli ebrei ultraortodossi di ceppo ashkenazita. Lo shtreimel è qui metafora per indicare la popolazione ultraortodossa israeliana.
Nel contesto del brano il verso si riferisce, metaforicamente, alla possibilità di esenzione dal servizio militare di cui godono i giovani ultraortodossi. Questa realtà è al centro di uno dei principali motivi della tensione sociale che intercorre tra il settore laico e quello religioso della popolazione israeliana.
(19) e (20) Kaplan. Si riferisce a “Tzomet Kaplan”, un incrocio a Tel Aviv, tra i principali luoghi dei cortei e delle manifestazioni più estremiste della c.d. Mechahà, l’ampia protesta popolare che ha marcato in modo significativo il 2023 sino al 7/10/23.
Scopo della c.d. Mechahàh è - a tuttora - il tentativo di bloccare iniziative legislative intraprese nel Gennaio 2023 dal 37mo Governo Israeliano, con PM Benyamin Netanyahu, considerate, da parte significativa della popolazione israeliana, origine di una pericolosa deriva antidemocratica.
La Mechahàh è un fenomeno semispontaneo di mobilitazione civile, senza precedenti nella storia dello Stato d’Israele per dimensioni e intensità. Questo movimento – e la critica nei confronti della Mechahàh stessa - si sono rivelati in breve come fenomeni di espressione di numerose tensioni e rivendicazioni accumulate, per anni, da diverse categorie sociali, politiche o etniche più o meno opposte tra loro: laici, religiosi, c.d. destra, c.d. sinistra, ebrei di provenienze diverse e altre.
“Tzomet Kaplan” è divenuto metafora di una frangia della Mechahah particolarmente aggressiva, caratterizzata anche da un laicismo che rasenta una virulenta antireligiosità.
Nel contesto della canzone, il “fratello manifestante di Kaplan” che ritorna in sinagoga è perciò l’equivalente - sul versante opposto degli estremismi - del “fratello con lo shtreimel” che si presenta al distretto militare, di cui ai versi precedenti e alle note 18 e 19.