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HAMÀS (parodia)

  • Immagine del redattore: progetto 710
    progetto 710
  • 26 mar 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 15 mag 2024

Una parodia dei roboanti e bellicosi videoclip tipici di Hamàs e di numerose altre bellicose realtà militanti mediorentali.


AUTORI: Daniel Chen (su testo e melodia di Rami Lev).

STILE: Adrenalinico (L)  | Grotesque  |  Lo Stadio va alla Guerra  |

CATEGORIE: Patriottismo o Propaganda  |

USCITA: 16/11/2024, giorno 40 di guerra e prigionia degli ostaggi.


INTRODUZIONE:

———————————

Una parodia, satira, dei roboanti videoclip tipici di Hamàs e di numerose altre bellicose realtà militanti mediorentali.

Generalmente, i video di questo genere, sono molto ritmati e si contraddistinguono per cori di basse voci maschili, che -spesso- si alternano a un solista, di frequente a mo’ di “botta e risposta”.


I messaggi trasmessi da questo genere di videoclip (e dal genere di canzoni su cui si basano) sono aggressivi, e tesi ad incitare a una militanza armata e ad azioni terroristiche anti-israeliane, antisemite e -in frequenti casi- anti-occidentali.   Nei commenti (17), (18) e (19) in calce vengono forniti i link ad alcuni esempi attraverso i quali è possibile apprezzare lo stile del genere musicale. [ Attenzione: parte degli esempi contengono immagini forti, tratte da filmati originali di attentati].


Talvolta i videoclip palestinesi che rientrano nel genere sopra descritto vengono prodotti anche in ebraico, per promuoverne la diffusione anche in Israele, con l’intenzione di intimidirne la popolazione ebraica. (v. uno degli esempi nei commenti). Nonostante l’investimento di budget e risorse creative, non ci risultano risultati apprezzabili, in termini di raggiungimento delle finalità intimidatorie proposte.

È tuttavia ragionevole pensare che questo tipo di videoclip bellicosi abbia un effetto catartico e stimolante, sia per chi li produce, sia per chi ne apprezza contenuti e stile.  Difficile invece immaginare come -realisticamente- aiutino ad un eventuale dialogo tra parti (ove cercato) per una soluzione delle tensioni e -soprattutto- come contribuiscano a un miglioramento del precario stato socioeconomico della società palestinese.


Oltre allo stile musicale, il videoclip che accompagna la parodia qui proposta riprende alcuni motivi caratteristici dei videoclip appartenenti al genere precedentemente descritto, palestinesi o provenienti da altre aree mediorientali.

Ad esempio:

• Uso di caricature basate su stereotipi (somatici e di abbigliamento).

• Lo scarpone (o semplicemente un piede) che calpesta, come motivo ricorrente.  Calpestare bandiere, immagini di leader o altre persone, -così come bruciarle-  costituisce infatti una delle ricorrenti “attività ludiche” più in voga nelle manifestazioni anti-israeliane e anti-occidentali, sia che si tengano nelle aree palestinesi, sia in paesi con matrici culturali analoghe.

[Anche in questo caso si veda come riferimento ed esempio uno degli esempi nei commenti ].


DANIEL CHEN è un giovane cantante che ha iniziato la propria carriera soprattutto come cantante in eventi pubblici o privati. La canzone qui segnalata è decisamente anomala per questo cantante. Il repertorio di Daniel è infatti melodico, romantico-melenso, in stile musicale “mizrachì” (orientale).

Un piccolo dettaglio nel videoclip che accompagna la canzone: l’acronimo in alto a destra che accompagna le immagini (v. nota 17).


TRADUZIONE, NOTE e COMMENTI:

——————————————————————

[Voce via radio, fuori campo, su immagini riprese da drone]

Pronti ad eseguire:

2 - 3, Sha-Ger (1)


[Incipit in arabo]:

Uno, due, tre e basta!


[In ebraico]

Yallah (2) Yah Chamàs

Sei solo uno zero azzerato.

Tzaha”l (3) il gigante

(ora) vi farà un bel circo! (4)

Vi farà a pezzi

vi spaccherà la faccia (5)

e vi seppellirà vivi

dentro il tunnel.


[Coro] (6)

Yallah (2) Yah-Chamàs

Yallah yallah Yah-Chamàs

Yallah Yah-Chamàs

vi faremo un bel circo! (4)


[Riprende la voce solista]

Yallah Yah-Chamàs

sia Sinwar e pure Abbàs

Vedrete che faremo i conti

non ne rimarrà

neanche la forfora (7)

Tzaha”l il gigante

vi spaccherà la testa (8.)

vi intercetterà con un missile

(lasciandovi) senza mutande e pantaloni. (9)


[Coro] (5)

Yallah (Yah-Chamàs

Yallah yallah Yah-Chamàs

Yallah Yah-Chamàs

senza mutande e pantaloni.(9)


[Riprende la voce solista]

Yallah Yah-Chamàs

andatevene a Gaza-(che è)-un-Inferno (10)

Daniel Hagari (11) non lascerà in giro

nessun terrorista

Avevate ricevuto l’occasione

ma avete scelto solo di andarvene a morire

basta basta (12) ci avete rotto

(e ora) è la fine di Chamàs.


[Coro] (6)

Yallah (Yah-Chamàs

Yallah yallah Yah-Chamàs

Yallah Yah-Chamàs

vi faremo un bel circo! (4)


Wallah! (13) se necessario

vedrete che manderem per aria

con un missile

l’Iran… [coro: l’Iran!]

lo Yemen… (14) [coro: lo Yemen!]

In un campo di fragole (15)

vedrete che pianteremo gli Houthi (15)

ben profondo! [coro: profondo!]

(li) cancelleremo… [cancelleremo!]


Leh leh leh. leh leh leh

leh leh lehàh (16)


[Coro] (5)

Yallah (Yah-Chamàs

Yallah yallah Yah-Chamàs

Yallah Yah-Chamàs

senza mutande e pantaloni.(9)


[Coro] (6)

Yallah (Yah-Chamàs

Yallah yallah Yah-Chamàs

Yallah Yah-Chamàs

vi faremo un bel circo! (4)


NOTE e COMMENTI:

(1) In ebraico: “Shtaym (2) - Shalosh (3) - Sha-ger!”, (2 - 3 - Lan-cia!)

Frase cadenzata pronunciata da un operatore prima di aprire il fuoco a distanza per mezzo di droni o altro strumento avanzato. (una specie di “1-2-3 Fuoco!”).

La frase 2-3 Sha-Ger! è spesso udibile fuori campo nella documentazione filmata di attacchi svolti utilizzando gli strumenti di cui sopra. La frase registrata, estrapolata dalla documentazione di attacchi svolti, è stata utilizzata in molti brani musicali, prevalentemente Rap o Techno, usciti nel corso della guerra. Alcuni di questi brani sono stati addirittura creati al fronte, da soldati durante pause sul campo di battaglia, in modo talvolta dilettantesco talvolta professionale,  per poi esser diffusi attraverso i social media.


(2) Yallah! Esclamazione esortativa in arabo, entrata nell’ebraico informale.


(3) Tzaha”l. Acronimo per Tzavah Haganà LeIsrael (Esercito di Difesa d’Israele). IDF, l’esercito israeliano.


(4) In ebraico “Kirkàs” (circo). Parola greca entrata nell’ebraico moderno.

Qui nel verso non solo per il significato metaforico del termine, ma soprattutto per far rima con la parola Chamàs.


(5) In ebraico “Ishbòr lakhem et hatzuràh”, letteralmente “vi romperà la forma”.


(6) Lo stile del coro, di basse voci maschili, richiama molto il tipico stile dei belligeranti videoclip di propaganda delle varie organizzazioni combattenti arabe. v. Introduzione.


(7) In ebraico “kaskàs”.

Il testo ebraico non dice esattamente “forfora”, bensì “scaglia”. Anche dire “non ne rimarrà neanche una scaglia” renderebbe l’idea; tuttavia, questa parola se al plurale (kaskasìm) significa anche “forfora”. Questa alternativa -con licenza poetica- è stata preferita nella traduzione, perchè ritenuta più in linea con lo spirito satirico della canzone.


(8) Per far rima con la parola Chamàs, il testo mischia insieme ebraico e arabo: iefarek lakhèm ’t ha-ràs.

Iefarèk lakhem et (in ebraico: vi smonterà la…) + ràs (in arabo: … testa).


(9) In ebraico michnàs (pantalone) un termine che è presente già nel Talmùd. Anche in questo caso la parola è scelta prima di tutto per far rima con la parola Chamàs.

Per indicare la parola “pantaloni” in ebraico si usa spesso la forma duale: mikhnasaym.

Tanto per rimanere nel contesto vale qui la pena di ricordare che in arabo “pantaloni” si dice “bantalùn” (parola che come in italiano vien dal francese “pantalons”, ma che vede una “b” al posto della “p” in quanto la lettera “p” viene pronuncita “b” in arabo).


(10) Gioco di parole in ebraico tra la parola ‘Aza (Gaza) e la parola ‘azazèl (inferno).


(11) Il Generale di Brigata Daniel Hagari funge da portavoce ufficiale dell’esercito.

Per la sua chiarezza e portamento, Hagari è divenuto una figura molto popolare e considerata autorevole dal pubblico israeliano.


(12) In arabo nel testo: Chàllas! (basta!). Il termine arabo è divenuto, anche nell’ebraico informale, espressione che ha lo stresso significato.


(13) Wallah! Espressione derivante dall’arabo ed entrata a far parte dell’ebraico informale. Esclamazione di stupore o di entusiasmo, usata per sottolineare qualcosa ma anche come incipit rafforzativo prima di un’affermazione.

La pedante Accademia della Lingua Ebraica, con sede a Gerusalemme, ha individuato nell’ebraico informale ben 11 diversi tipi di uso di questo termine.


(14) In ebraico “Teimàn”. La parola indica sia il paese, sia -in forma più arcaica o in forma poetica- il punto cardinale Sud, il meridione.


(15) In ebraico “Sdè shel tùtim” (campo di fragole). Il termine è qui -evidentemente- non per richiamare sentimenti ispirati alla dolcezza e sensualità del frutto, bensì per far rima con la parola Hoùtim (il movimento Houti).

Il movimento politico-militare islamista Houti opera nello Yemen ed è sostenuto e armato dall’Iran. In passato non vi sono stati confronti militari diretti tra Israele e questo movimento; quest’ultimo tuttavia, a partire dal 7/10, ha iniziato a tirare missili dallo Yemen in direzione di Israele e a colpire navi di altre nazioni in navigazione nell’area sud del Mar Rosso.


(16) Intercalare melodico, tipo “la, la , la…”. Non ha un particolare significato.


(17) Le tre lettere ebraiche Bet, Samech e Dalet: sono acronimo dell’espressione in aramaico “Besyatà Di-Shmayà” (Con l’Aiuto del Cielo).

Presso parte degli ebrei particolarmente attaccati alle tradizioni religiose, è uso apporre questo acronimo in un angolo in alto di qualsiasi scritto, privato o pubblico. L’apposizione di questo acronimo (o di simili nel significato) non è un precetto della normativa ebraica; ha essenzialmente la valenza di abitudine di carattere sentimentale, identitario o propiziatorio.



(18) Link a esempio di videoclip propagandistico palestinese in ebraico, con esempio di caricature.

ATTENZIONE: Contiene immagini originali di attentati, con forti contenuti violenti.





(19) Link a esempio di videoclip propagandistico palestinese con un motivo iconico ricorrente: la descrizione dell’obiettivo umano da distruggere -Israeliani, ebrei, occidentali, etc.- utilizzando metafore destinate a destare ribrezzo, con particolare preferenza per animali tipo serpenti, ratti, etc. (in questo caso: corvi)

ATTENZIONE: Contiene immagini originali di attentati, con forti contenuti violenti.



(20) Link a esempio di videoclip contenente il motivo iconico dello scarpone che calpesta il nemico (in questo caso Israele, da calpestare, è presentato come un ratto da schiacciare). Ottimo esempio anche dello stile musicale oggetto della parodia.

Questo videoclip è di un ala dell'organizzazione Fatah. È stato diffuso per congratularsi con Hamàs in data 10/10/2023, 3 gg dopo l’attacco- strage del 7/10.

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