LO TENATZCHÙ OTÌ (2023) - Non mi sconfiggerete (2023)
- progetto 710
- 26 mar 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 15 mag 2024
La canzone che -nella guerra scatenatasi il 7/10- è stata informalmente eletta a “canzone ufficiale” da parte di Tzaha”l, IDF, l’Esercito Israeliano. Un remake di un brano del 1984 della storica compositrice Naomi Shemer, qui proposto dal non meno storico cantante Yeoràm Gaon.
AUTORE: Naomi Shemèr. Canta Yeoràm Gaòn
STILE: Adrenalinico (L) |
CATEGORIE: Patriottismo e Propaganda | Remakes | Guardando Avanti |
USCITA: 27/11/2023, giorno 51 di guerra e prigionia degli ostaggi.
LINK al brano: https://youtu.be/7yMw3vG4_kU?si=1cD5V5BRlHuslcFT
INTRODUZIONE:
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La canzone che -in questa guerra- è stata informalmente eletta a “canzone ufficiale” da parte di Tzaha”l, IDF, l’Esercito Israeliano.
Tzaha”l ha commissionato al popolare cantante Yeoram Gaon un remake, un nuovo arrangiamento, di “Non mi sconfiggerete”, brano del 1984 della storica compositrice Naomi Shemer (1930-2004).
L’ottantaquattrenne Gaon ha prontamente risposto al richiamo: brizzolate alcune aggiunte posticce ai basettati ricci che da sempre lo accompagnano, si è ripresentato accanto accanto a giovani rappresentanti delle Lehakòt Tzevaiòt, i gruppi musicali dell’esercito da cui nel 1957 iniziò una carriera di successo che prosegue sino ad’oggi.
Il risultato: un nuovo arrangiamento del brano, in stile moderna marcia militare e un videoclip che -letteralmente e con uno stile da reclame- non ha fatto risparmio di mezzi.
Nell’arrangiamento attuale, vanno notati dei velati accenni melodici all’Hatikwa, l’inno nazionale, in un paio di passaggi musicali di collegamento.
Il messaggio originale della canzone non è però necessariamente l’esaltazione dell’esercito trasmessa dal’attuale spettacolare videoclip. La “non sconfitta” di cui Naomi Shemer canta (*) ha infatti un nostalgico carattere storico, che sottintende una sopravvivenza del Popolo Ebraico nel corso dei millenni, a dispetto delle difficoltà incontrate e delle molte persecuzioni subite.
Le figure metaforiche che appaiono nel testo della canzone -la via rumorosa, i bambini, l’alternarsi di stagioni, dolore e gioia- esaltano infatti una non-sconfitta che non è presentata necessariamente come risultato di una capacità bellica o di un eroismo militare. Naomi Shemer, era ben consapevole che la sopravvivenza fisica dello Stato d’Israele è risultato della necessaria presenza di Tzaha”l, ma scelse nel suo testo di non evidenziare questa necessità, rimanendo fedele ai numerosi altri messaggi che esaltano la pace, proposti nella maggior parte delle sue altre canzoni.
Ciò premesso, è ragionevole pensare che Tzaha”l abbia ugualmente scelto “di investire” proprio in questa specifica canzone per via del confortante titolo, del’orecchiabile ritornello che si presta bene a una marcia, in un brano scritto comunque da un’autrice -e cantato da una voce- che storicamente hanno rappresentato lo Stato, con un ampio consenso.
Il termine “consenso” è qui fondamentale: Tzaha”l non è semplicemente un esercito popolare, basato sul coinvolgimento attivo di civili, di ogni etnia, periodicamente richiamati a Miluìm, il Servizio delle Riserve. Tzaha”l, in conseguenza del suo ruolo di crogiuolo socioeconomico ed etnico, è una componente centrale del tessuto della società israeliana; sia in termini concreti, sia emozionali.
Va anche sottolineato che -nel videoclip- la predominante presenza femminile non ha uno scopo “decorativo”: le soldatesse non sono “le veline” di Yeoram Gaon. Infatti in Israele, sin dalla nascita dello Stato, le ragazze sono richiamate al servizio militare anche in ruoli altamente operativi. Inoltre, segno evidentemente dei tempi che evolvono, in una breve inquadratura, si nota anche un soldato con una bandiera sulle spalle che ammicca alla Bandiera Arcobaleno.
Tuttavia, nonostante questa centralità dell’esercito nel tessuto sociale dello Stato, Israele -a dispetto dell’immagine trasmessa dai media esteri- non è un paese militarista in se. Non è cioè basato su valenze e metodi che, altrove, caratterizzano l’esperienza e l’approccio di vita militare; nè certamente rispetta il rigido e cieco senso di gerarchia tipico degli eserciti tradizionali.
Israele, avendo necessariamente bisogno di una buona capacità militare, per sopravvivere in una regione da sempre ostile alla sua presenza, ha optato per una combinazione di esercito che svolge anche funzioni sociali e formative, unite ad un carattere altamente tecnologico la cui sofisticata capacità di Ricerca e Sviluppo contribuisce all’economia del Paese.
NAOMI SHEMER (1930-2004) è considerata sino a oggi la più importante cantautrice israeliana, che ha accompagnato, nel corso della sua vita, la nascita e crescita dello Stato d’Israele. Attraverso un ebraico colto, ricco di metafore e riferimenti letterali e storici, Naomi Shemer ha creativamente saputo produrre brani in cui si riflettono i diversi aspetti dell’ethos sionista, spaziando con sensibilità dalle canzoni per bambini a pezzi delicati o drammatici.
Il suo brano più conosciuto è Yerushalaym shel Zahav (Gerusalemme d’Oro).
(*) Nei commenti di FB a questo post, una registrazione della canzone inusualmente cantata da Naomi Shemer stessa.
YEORAM GAON (1939 - ) è un cantante, attore e presentatore di origine sefardita. Popolare e affermato sin dall’inizio della carriera, iniziata nel 1957 in uno dei gruppi musicali dell’esercito -come nel caso di molti artisti israeliani- e proseguita poi in costante ascesa, Gaon è artisticamente attivo sino ad oggi.
Lo showman è identificato -e si autoidentifica- con uno spirito di consenso nazionale e buoni sentimenti, che sa trasmettere con una confortante voce calda, in un ebraico ricco e forbito ma non presuntuoso.
[Questa nota introduttiva è dedicata alla cara amica Angela Polacco Lazar, che ama in modo particolare questa canzone ed ha suggerito di inserirla nel Progetto 710].
TRADUZIONE, NOTE e COMMENTI:
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Dalla finestra vedo
una via che sembra un fiume in piena
di gente che va al lavoro quotidiano
E alunni che vanno a scuola (1)
con la cartella sulle spalle
e nelle mani
rami di mirto fioriti
All’improvviso mi sovviene, è molto chiaro
e dico a me stesso
No, non mi vincerete,
non la do vinta così in fretta…
No, non mi batterete,
non mi lascio sconfiggere così facilmente.
Dalla finestra vedo
un aeroplano decollare e un altro che plana
per poi nascondersi dentro le nuvole
lontane.
Sento (come un) meccanismo
(in quella) musica pronta a iniziare
che si diffonde
per le strade
e per mercati
All’improvviso mi sovviene, è molto chiaro
e dico a me stesso
No, non mi vincerete,
non la do vinta così in fretta…
No, non mi batterete,
non mi lascio sconfiggere così facilmente.
Primavera e autunno (si alternano) alla mia finestra
giorni di pioggia e giorni di caldo secco
luce e buio
solista e coro
(Tutto) si rimescola
e (poi) si fonde insieme
odi di lutto
canti di lode
e a volte diventa tutto un gran frastuono
All’improvviso mi sovviene, è molto chiaro
e dico a me stesso
No, non mi vincerete,
non la do vinta così in fretta…
No, non mi batterete,
non mi lascio sconfiggere così facilmente.
NOTE e COMMENTI:
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(1) Per dire “alunni” Naomi Shemer usa in ebraico un’espressione antica, “Tinokot shel beit rabban” (“bambini che già da piccoli imparano la Torah”) ampliandone il significato.
L’espressione ha origine nel Talmud Babilonese e si riferisce ai bambini ebrei cui -come è usanza da secoli- già in tenera età viene insegnato a leggere e ad apprendere i primi rudimenti della Torah e delle tradizioni.
La parola “tinòk” (pl. tinokòt) indica nell’ebraico moderno sia il neonato, sia il bambino nella sua prima infanzia; tuttavia nell’ebraico più antico designava in generale il bambino sino all’età della maggiorità, il Bar-Mitzwà all'età di 13 anni.