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TACHZÒR (Torna)

  • Immagine del redattore: progetto 710
    progetto 710
  • 26 mar 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 24 dic 2024

Tachzòr riesce a trasmettere in modo delicato e ferito la nostalgia e l’ansia per i Chatufìm, gli Ostaggi. "Chatufìm" (rapiti) è il termine ebraico utilizzato per indicare 253 persone -uomini, donne, bambini, anziani, ebrei e non ebrei, israeliani e non- che il 7/10/2023 sono state rapite da terroristi palestinesi e tenute in ostaggio a Gaza a partire da quella data.


AUTORI: Idàn Reichel. Canta: Roni Dalumi

STILE: Killing You Softly  |  Ansiogeno  |

CATEGORIA: Shock, Lutto, Ansia  |  Hostages  |

USCITA: 31/10/2023, giorno 24 di guerra e prigionia degli ostaggi.


INTRODUZIONE:

————————————

"Chatufìm" (rapiti) è il termine ebraico utilizzato in Israele per indicare 253 persone -uomini, donne, bambini, anziani, ebrei e non ebrei, israeliani e non- che il 7/10/2023 sono state rapite da terroristi palestinesi e tenute in ostaggio a Gaza a partire da quella data.

Nel corso dei mesi successivi, una parte dei 253 è stata riscattata, una parte uccisa.

Al momento della compilazione di questa nota -160 giorni dopo quella tragica data- i terroristi trattengono ancora nelle proprie mani 134 innocenti, vivi e non. Le testimonianze dei riscattati riferiscono di condizioni di prigionia inumane, fame, torture e violenze sessuali a danno degli ostaggi.


Il 7/10/23 anche per i famigliari e gli amici degli ostaggi è iniziato un incubo: una continua lacerante angoscia ed una estenuante attività per mantenere viva l’opinione pubblica -locale e mondiale- in merito alla tragica vicenda.


La drammatica situazione dei chatufìm ha innescato in Israele un meccanismo di profonda solidarietà con le famiglie dei rapiti. Seppur inquinato da una squallida politicizzazione della tragica vicenda (intorno alle modalità di riscatto) il sentimento prevalente in Israele è sia di profonda empatia nei confronti delle famiglie, sia di ansia nei confronti degli ostaggi: questi, infatti, appartengono a ogni strato della società e in Israele ognuno sa che -trovandosi nel momento sbagliato nel luogo sbagliato- avrebbe potuto essere vittima dell’efferato rapimento.


Tachzòr (Torna) riesce a trasmettere in modo delicato e ferito la nostalgia e l’ansia dell'attesa di colui -o colei- che è stato rapito.

Soprattutto prevale nel brano il senso di incertezza di chi -nell’attesa angosciosa- prova un confuso oscillare tra disperazione e speranza, che si scontra però con un'unica inconfutabile certezza: quella dell’assenza.


IDAN RAICHEL (1977 - ) : Raichel è un cantautore e produttore musicale israeliano di notevole fama locale e internazionale. Il suo stile personale fonde influenze musicali diverse, eseguite sia attraverso strumenti acustici, sia elettronici, che accompagnano un linguaggio ebraico poetico e sensibile.

RONI DALUMI (1991 - ) : Il brano Tachzòr è qui presentato nella versione ufficiale, dell’Idan Raichel Project, con la dolce e commovente voce della cantante Roni Dalumi. Roni ha iniziato la propria carriera nel 2009, affermandosi a “Kokhàv Nolàd” (È nata una stella) un popolare programma TV per performers ad inizio carriera. Da allora la sua fama e professione sono state in costante ascesa. Le strade di Dalumi e Raichel si erano incrociate in passato, quando Dalumi aveva eseguito un’altra canzone dell'Idan Raichel Project intitolata “Cada Dia”, utilizzandola nel proprio primo album intitolato “Kzàt achèret” (In modo un po’ diverso).


Tachzòr è stata ripresa anche da numerosi artisti, con arrangiamenti diversi. v. nota (3)


TRADUZIONE, NOTE e COMMENTI:

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Le ore stanche

che non consentono al tempo

di correre

Le gambe pesanti

che non trovano un motivo

per camminare

I giorni e le notti

come i volti nelle foto (1)

Tutto si ferma (2)

quando tu non sei qui.


E mi sveglio dal sogno

ti sento vicino (3)

E allora ti chiamo

dal mezzo alla notte.


Torna, torna oggi

Volevo tanto che tu tornassi

Magari tu (potessi) venire

senza annunciarti

già oggi.

Io sono sono un faro (4)

che in distanza

nuovamente appare.

Magari tu (potessi) venire

senza annunciarti

già oggi.

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NOTE e COMMENTI:

(1) Si riferisce ai piccoli poster con foto del volto di ogni ostaggio -un poster per ogni ostaggio- che ovunque tappezzano Israele: muri, fermate degli autobus, palizzate, cartelli, auto, bacheche, recinti, alberi, pali della luce, vetrine… ovunque.

Impossibile non notarli. Doveroso osservarli.


(2) Letteralmente “ ‘Otzèr MiLèkhet” (lett. Si ferma di andare).

L’espressione è usata per descrivere sia il fermarsi di moto sia di tempo.


(3) In questa versione del brano, eseguita da una voce femminile, le parole riferite all’ostaggio sono declinate al maschile. Purtroppo però sono nelle mani dei terroristi palestinesi sia uomini, sia donne. Anche per questo, in ulteriori arrangiamenti usciti dopo questa versione, l’ostaggio cui si riferiscono le diverse versioni è uomo o donna, a seconda di chi canta la canzone. Tra i due tipi di versione le necessarie differenze nel testo sono minime.


(4) Nel testo, “Migdàl shel or” (“Torre di luce”) quindi non letteralmente “faro”.

Tuttavia, in ebraico, “faro” si dice “Migdàl Or”, da cui la scelta del termine “faro” in questa traduzione.

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