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GUERRA e RAPPORTi di COPPIA (3). Teshvì VeEsapèr làkh sippùr.

  • Immagine del redattore: progetto 710
    progetto 710
  • 23 set 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 24 dic 2024

4 Brani - 4 Esperienze. Post 3 di 4.

Che impatto ha avuto -e ha- il 7/10 e la sua guerra sui rapporti di coppia?


Brano n. 3 - Teshvì VeEsapèr làkh sippùr (Siediti, chè ti racconto una storia).

AUTORE: Raz Peri.

STILI: Killing You Softly  | Ansiogeno.

CATEGORIE: Rabbia/Confusione  |  Shock/Lutto/ Ansia  |  Remakes |

USCITA: 25/01/2024, giorno 110 di guerra e prigionia degli ostaggi.


INTRODUZIONE

Questa introduzione è comune ai 4 brani proposti. A seguire: introduzione al brano specifico di questo post.

———————————

Che impatto ha avuto -e ha- il 7/10 e la sua guerra sui rapporti di coppia?

Come attraversa una coppia un periodo così denso di tensioni, minacce, traumi, allontanamento e -talvolta- anche perdita?


Queste domande sono al centro di innumerevoli articoli, dibattiti e ore di sedute terapeutiche. Il Progetto 710 non è certo la sede per riassumere le altrettanto innumerevoli opinioni professionali o storie emerse in seguito alla guerra. Sono tuttavia qui presentati quattro brani che tentano di trasmettere altrettante esperienze di coppia all’ombra della guerra. 


L’intensa, drammatica e difficile esperienza collettiva diviene, inevitabilmente, anche esperienza personale e di coppia.

Infatti, così come la guerra del 7/10 investe e minaccia la sopravvivenza di Israele -in certi casi compattando il Paese, in altri disgregandolo- anche la coppia israeliana attraversa esperienze che, a seconda dei casi, portano o porteranno a un consolidarsi o a un crollo.

Stanno aumentando le nascite. Aumentano anche le morti.


4 Brani -4 sfumature di esperienza- da ascoltare e leggere sia individualmente, sia in rapporto tra loro.

Quattro è un numero decisamente riduttivo se paragonato ai molteplici aspetti della realtà: nel corso del progetto saran proposti in seguito altri brani nei quali si rifletterà il complesso argomento della “zughiùt” (in ebraico, “rapporto di coppia”) in diverse sfumature.


In 4 post vengono presentati i brani:

Il riadattamento ad una normalità tra due partner, tra la gioia del ritorno e un ansia non ancora dissolta.

Rivisitazione di un brano della metà anni ’70. Oltre alla versione 2023, il post propone la canzone originale, in assoluto una delle più belle canzoni israeliane che canta di coppia.

“Talvolta per vincere insieme / bisogna resistere separati”.

3) Teshvì veEsapèr lakh sipùr (Siediti chè ti racconto una storia)

“E muoio di paura a tornare / non sono più abituato ad “esserci” (…)”.

Nel momento della perdita, il dolore e la confusione provocati dall’interruzione tragica di un rapporto che stava iniziando.  La situazione di quei partner che, nel momento della morte di uno dei due, non avevano ancora uno status ben definito: ufficialmente, all’esterno, ma anche reciprocamente all’interno di un rapporto ancora in costruzione.


(3) Teshvì VeEsapèr làkh sippùr (Siediti, chè ti racconto una storia)

INTRODUZIONE AL BRANO

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Raz Peri è un giovane cantante, agli inizi della propria carriera.

Di questa canzone scrive:

“Diario di guerra:

Sono più di tre mesi a Miluìm (1); oltre due mesi e mezzo dentro Gaza.

Ho incontrato così tante persone sorprendenti. Ho combattuto accanto a persone d’oro, che sono fiero di poter chiamar fratelli. (Si sta) tra il nostro star bene insieme come soldati e i momenti di crisi, rabbia, furore e tristezza che attraversiamo soli di notte, rinchiusi in noi stessi.

Il peggio è di notte, quando arriva anche la paura. Ma siamo forti, e sapremo attraversare tutto questo se rimaniamo insieme…

Così se ne è nata la canzone VeÈkh SheLò”.


La canzone di Raz Peri Teshvì VeEsapèr làkh sippùr (Siediti, chè ti racconto una storia) si articola sulla falsariga di un’altra nota canzone israeliana: VeÈkh SheLò, composta dal cantautore Ariel Zilber e uscita nel 1989.

Alla nota (3) in calce, il testo della canzone di Zilber con registrazioni e informazioni.


VeÈkh SheLò di Zilber è una delle canzone d’amore israeliane più belle e più popolari.

Peri riprende da Zilber solo l’incipit -molto noto- e l’attacco nella seconda strofa, quando accenna alla notte. In realtà la sovrapposizione tra le due canzoni è minima, seppur efficace in termini di evocazione. La dolcezza romantica della canzone originale, infatti, viene presto sostituita dall’angoscia di un soldato, l’autore, solo con se stesso di notte, a Gaza.


Questa angoscia non nasce solo dall’incertezza della situazione minacciosa in cui si trova, nè dalla nostalgia per la ragazza cui il testo si rivolge . È un’angoscia proiettata in avanti: il soldato Raz è consapevole delle ferite emozionali che si stanno aprendo e delle cicatrici che la tensione e l’esperienza della guerra lasceranno.

Raz Peri sa bene che, tornato a casa, si aprirà per lui un “dopo-Gaza”; inizierà la sfida di un riadattamento sia personale, sia di coppia. Rivolgendosi alla ragazza cerca “la strada che porta a te”, ma aggiunge subito

“E muoio di paura

a tornare

non son più abituato

ad “esserci”

non son più abituato

a dormire.”


Come nella canzone “Shùv (Chazarta Pitòm)” la presenza stessa, stare vicini, sono divenute un'anomalia nella coppia. Ciò che prima era spontaneo e normale è ora estraneo. Va recuperato. Si intuisce un percorso difficile: infatti tra il soldato sopravvissuto e la compagna -anzi, tra il soldato e la normalità precedente- si è ora aperto un baratro post-traumatico.


————————————————

Traduzione, NOTE e COMMENTI:

E ovunque

mi giri a guardare

dov’è la strada

che porta a te

dov’è la strada

che porta a te.


E di giorno

e durante le notti (2)

penso solo a te

penso solo a te.


E muoio di paura

a tornare

non son più abituato

ad “esserci”

non son più abituato

a dormire.


E muoio di paura

a tornare

non so se è bene o male

sono (ormai) mezzo matto

ho visto di tutto.


Siediti, chè ti racconto una storia

mi piace il sole

perchè durante le notti mi sentivo solo

e temevo arrivasse qualcuno.


Ma son stato forte

son stato un eroe

anche quando pioveva

e gelavo di freddo

sapevo che tutto sarebbe finito

sapevo che tutto sarebbe finito.


E muoio di paura

(all’idea di) tornare

non son più abituato

ad “esserci”

non son più abituato

a dormire.


E muoio di paura

(all’idea di) tornare

non so se è bene o male

sono (ormai) mezzo matto

ho visto di tutto.


NOTE e COMMENTI:

(1) Miluìm, il servizio militare di riserva, su richiamo o volontario.

La parte maggiore della forza combattente dello Stato d’Israele è composta da forze Miluìm, elemento che rende l’esercito israeliano Esercito Popolare a tutti gli effetti.


(2) Nel testo, letteralmente BaLeylòt (nelle notti) contrapposto al verso precedente, anch’esso al plurale BaYamìm (nei giorni).


(3) Uscita nel 1989, VeÈkh SheLò di Ariel Zilber è una delle canzone d’amore israeliane più belle e note.


"E ovunque

mi giri a guardare

è sempre con lei

che vorrò rimanere

(Lei) che mi è fedele

e non se ne scorrazza per giardini (4)

E anche io, tra tutte le creature,

non mi lascio tentare da altre


Salgon le onde

si muovon le sabbie

fruscia il vento tra le foglie


E durante le notti

durante le notti

crescono in me

melodie

e qualcosa che scorre

sottile e gelato

e le mie preghiere

ricevon risposta dal vento


Ora c’e’ silenzio…

e ognuno è preso dai propri affari

con il miglior medico del paese (5)

per scoprire sino in fondo

ma il quadro non cambia


Prole, parole e il loro significato

verrà un onda a portarle via

Ma io me ne sto accucciato

dietro a lei

che mi attende nella notte

E la seguo, come un prigioniero,

per sentir gli uccelli cantare.


Salgon le onde

si muovon le sabbie

fruscia il vento tra le foglie


E ovunque

mi giri a guardare

vorrò sempre

rimaner con lei."


Nel corso degli anni la canzone originale, presentata da Ariel Zilber nel 1989, non ha mai perso popolarità e successo. (6)


(4) Riferimento al Cantico dei Cantici 6:2 e 8:13.


(5) Zilber si riferisce qui l’amore, ricalcando un modo di dire israeliano.


(6) Nel Dicembre 2023, poco dopo l’inizio della guerra, il popolare cantante Òmer Àdam, come molti artisti in tour al fronte per risollevare il morale dei soldati, ha notato come la canzone fosse popolare anche tra la generazione più giovane.

Ne ha perciò incisa una cover, piuttosto fedele all’originale, che all’inizio videoclip accenna all’esperienza avuta incontrando i soldati.





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