GUERRA e RAPPORTi di COPPIA (2). Melakètet Kokhavìm
- progetto 710
- 23 set 2024
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 19 mar
4 Brani - 4 Esperienze. Post 2 di 4.
Che impatto ha avuto -e ha- il 7/10 e la sua guerra sui rapporti di coppia?
Brano n. 2 - Melakètet Kokhavìm (Raccolgo le stelle).
AUTORI: Duo Yonina.
STILE: Killing you Softly.
CATEGORIE: Guardando Avanti | Patriottismo o Propaganda |
USCITA: 09/01/2024, giorno 94 di guerra e prigionia degli ostaggi.
LINK al brano: https://youtu.be/vmRhEAotad8?si=YXg0on707wu1-3rt
INTRODUZIONE
Questa introduzione è comune ai 4 brani proposti. A seguire: introduzione al brano specifico di questo post.
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Che impatto ha avuto -e ha- il 7/10 e la sua guerra sui rapporti di coppia?
Come attraversa una coppia un periodo così denso di tensioni, minacce, traumi, allontanamento e -talvolta- anche perdita?
Queste domande sono al centro di innumerevoli articoli, dibattiti e ore di sedute terapeutiche. Il Progetto 710 non è certo la sede per riassumere le altrettanto innumerevoli opinioni professionali o storie emerse in seguito alla guerra. Sono tuttavia qui presentati quattro brani che tentano di trasmettere altrettante esperienze di coppia all’ombra della guerra.
L’intensa, drammatica e difficile esperienza collettiva diviene, inevitabilmente, anche esperienza personale e di coppia.
Infatti, così come la guerra del 7/10 investe e minaccia la sopravvivenza di Israele -in certi casi compattando il Paese, in altri disgregandolo- anche la coppia israeliana attraversa esperienze che, a seconda dei casi, portano o porteranno a un consolidarsi o a un crollo.
Stanno aumentando le nascite. Aumentano anche le morti.
4 Brani -4 sfumature di esperienza- da ascoltare e leggere sia individualmente, sia in rapporto tra loro.
Quattro è un numero decisamente riduttivo se paragonato ai molteplici aspetti della realtà: nel corso del progetto saran proposti in seguito altri brani nei quali si rifletterà il complesso argomento della “zughiùt” (in ebraico, “rapporto di coppia”) in diverse sfumature.
In 4 post vengono presentati i brani:
Il riadattamento ad una normalità tra due partner, tra la gioia del ritorno e un ansia non ancora dissolta.
Rivisitazione di un brano della metà anni ’70. Oltre alla versione 2023, il post propone la canzone originale, in assoluto una delle più belle canzoni israeliane che canta di coppia.
2) Melaketet kokhavìm (Raccolgo stelle)
“Talvolta per vincere insieme / bisogna resistere separati”.
“E muoio di paura a tornare / non sono più abituato ad “esserci” (…)”.
Nel momento della perdita, il dolore e la confusione provocati dall’interruzione tragica di un rapporto che stava iniziando. La situazione di quei partner che, nel momento della morte di uno dei due, non avevano ancora uno status ben definito: ufficialmente, all’esterno, ma anche reciprocamente all’interno di un rapporto ancora in costruzione.
(2) Melakètet Kokhavìm (Raccolgo le stelle)
INTRODUZIONE AL BRANO
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Sotto vari aspetti, il brano può ricordare un’altra canzone appartenente a questo gruppo di quattro, dedicate a Guerra e Rapporto di Coppia: “Shùv” di Ma’ayàn Luis.
Come in Shùv, “Lui” è corso il 7/10 ai Miluìm (servizio militare di riserva) come richiamato o volontario. “Lei” è rimasta a casa, con i bambini.
Nella situazione avviatasi il 7/10, gli uomini e le donne (1) richiamati a Miluìm, sono assenti per molte settimane, o addirittura diversi mesi, con brevi uscite. Settimane e mesi molto lunghi anche per chi rimane a casa, in ansia, spesso facendo fronte a un menàge quotidiano e genitoriale che nulla ha di normale.
Rispetto a “Shùv”, tuttavia, Melakètet Kokhavìm (Raccolgo le stelle) presenta differenze significative e ha un carattere molto più specifico:
1) I due autori ed esecutori del brano sono, effettivamente, moglie e marito.
2) La coppia Nina e Yoni Toyaker (da cui il nome d’arte del Duo, Yonina) è ben definita in termini di appartenenza nel contesto della società israeliana: fan parte del settore c.d. Nazional-Religioso.
Nel testo e nel videoclip emergono diversi motivi tradizionali ebraici -testuali e visivi- che caratterizzano questo settore. Tra questi: lo scoppio della guerra andando in Sinagoga nel giorno di festa (2), richiami alla Fede, il capo coperto di Nina (3).
Anche il sottolineare -a fine testo- il concetto di Vittoria, fa parte di un lessico che, nel corso della guerra scoppiata il 7/10/23, caratterizza particolarmente il settore Nazional-Religioso e gli ambiti socio-culturali della c.d. “Destra”.
Il brano, comunque, non va superficialmente visto come appartenente al genere “Lui parte per la guerra / lei se ne sta a buona buona a casa”, nei secoli motivo tipico di brani folk europei. Nè va assolutamente confuso con canzoni che descrivono figure di Penelopi affrante, come ad es. nella celebre “File la laine” del francese Marcy, (tradotta da De Andrè in italiano e da Almagòr in ebraico) (4).
Le donne del settore Nazional-Religioso, infatti, non sono affatto pulzelle o mogli passive e indifese. O hanno fatto l’esercito, come tutte le altre ragazze israeliane, oppure (la maggioranza nel settore) durante il periodo di leva hanno optato per tipologie di Servizio Civile molto utili: ambulanze, gestione emergenze, educazione o supporto sociale.
Lavorano alacremente in tutti i settori economici, molte con ottime carriere e, ove necessario, non sono meno armate e addestrate alla difesa di tanti uomini.
Nina (Medved) e Yonatan Tokayer hanno debuttato con il nome Yonina nel 2016. Di origine americana -lei- e israeliana -lui- compongono canzoni di genere “Jewish-Inspirational”. I coniugi Toyaker vivono nella cittadina di Pardès Chanàh, nel centro-nord d’Israele con i loro tre bambini.
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Traduzione, NOTE e COMMENTI:
(Lei)
Stavo andando alla sinagoga
quando hai indossato la divisa
e lì, all’angolo della strada
ti sei separato da me e dai bambini.
Ho spiegato loro che Papà
doveva andare a far la guardia
ma non ho voluto che sapessero in vista di cosa
mentre per strada
la gente chiedeva
“Che ci fate quà fuori?
è scoppiata la guerra!!!”
E adesso raduno tutte le forze
(datemi) dalla bontà e dalla fede
perchè alla fine tornino tempi migliori
perchè alla fine torni la gioia.
E abbraccio forte i bambini
chè sian protetti da quelle tempeste
che son la fuori.
E nella follia
qui davanti a un cielo nero
raccolgo stelle.
(Lui)
Le prime notti non ho dormito
tutto teso, in guardia
Ho preso l’equipaggiamento
in un mondo parallelo
Mi sono separato
da quanto conosciuto e noto.
Qui c’è quella solidarietà
di chi combatte insieme
e giornate estenuanti
senza sapere cosa accadrà domani
Le settimane son divenute mesi
e nonostante tutto rimaniamo qui
sino a che l’orizzonte non si schiarirà.
Allora adesso ti mando un mare di forza
(datemi) dalla bontà e dalla fede
perchè alla fine tornino
tempi migliori
perchè alla fine ritorni la gioia.
Perciò abbraccia forte i bambini
chè sian protetti da quelle tempeste
che son la fuori
E nella follia
qui davanti ad un cielo nero
raccolgo stelle per te.
(Insieme)
E nonostante la nostalgia di te,
nonostante sia difficile
star qua soli
Talvolta per vincere insieme
bisogna resistere separati
(Lei)
ognuno al proprio fronte
(Lui)
sino alla vittoria.
(Lei)
Allora adesso raduno tutte le forze
(datemi) dalla bontà e dalla fede
perchè alla fine tornino
tempi migliori
perchè alla fine ritorni la gioia.
E abbraccio forte i bambini
chè sian protetti
dalle tempeste
che son la fuori
E nella follia
qui davanti ad un cielo nero
raccolgo stelle.
NOTE e COMMENTI:
(1) In Israele, sin dalla nascita dello Stato, le ragazze sono richiamate al servizio militare anche in ruoli decisamente operativi. Quindi anche ai Miluìm, seppur -a differenza degli uomini- con congedo generalmente verso l’età di 24 anni (per legge, sono richiamabili sino all’età di anni 34 o 38, a seconda dei ruoli).
In genere, tuttavia vengono congedate qualora intervenga il matrimonio o la nascita di figli.
(2) Il 7/10/2023, data del brutale attacco di Hamàs e conseguente scoppio della guerra, si celebrava Simchàt Toràh, una delle feste più liete del calendario ebraico.
La gioia della festa è stata spazzata via di tragici eventi della giornata.
Normalmente, nel corso della festa, il rotolo della Toràh (i Cinque Libri del Pentateuco) è al centro dei festeggiamenti, come una sposa. Nelle sinagoghe il rotolo viene portato in processione con canti e balli. I fedeli danzano abbracciando e scambiandosi il rotolo, come fosse un partner.
Nel corso della festa si conclude il ciclo annuale di lettura della Toràh, articolatosi settimanalmente attraverso la lettura settimanale di episodi, le c,d. Parashòt. Il ciclo, tuttavia non finisce, bensì ricomincia immediatamente, attraverso la lettura del primo brano della Genesi. La lettura dei versi dell’ultimo capitolo si fonde con la lettura dei versi del primo, rinnovando un ciclo ininterrotto di secoli.
(3) In genere le donne sposate appartenenti al settore Nazional-Religioso (come quelle del settore Ultraortodosso) osservano la tradizione ebraica ortodossa che prescrive alle donne sposate di coprire il capo, esponendo poco (o per nulla) i capelli.
I modi di coprire il capo sono moltissimi, con coperture di tipi e fogge molto diversi. Alcune “coperture” celano totalmente la capigliatura. Altre (come nel caso della cantante Nina) ne rivelano una certa parte. Altre ancora si riducono solo ad una fascia per capelli che copre ben poco, ma vuole rappresentare sia una forma di osservanza delle tradizioni, sia un segno di autoidentificazione con un determinato settore e stile di vita.
(4) Sin dai tempi di Penelope e Odisseo, ricorre nei secoli il motivo della bella lasciata a casa da un “Lui” partito per la guerra.
Come Penelope, talvolta la bella si riscatta o può tornare ad esser sposa felice. Spesso, invece, diviene vedova affranta entro la fine della canzone.
Grazie al Cielo, il brano del duo Yonina non prende questa terribile piega, tuttavia vale la pena di ricordare alcuni celebri esempi che propongono questo triste motivo:
Nel panorama canoro dell’ultimo secolo, la canzone “File la laine”, ne è un classico esempio. Cfr.:
• In ebraico, Dan Almagòr, 1973 (cantata da Chava Alberstein).
Quasi doveroso ricordare inoltre, che il motivo della moglie -in attesa prima e vedova dopo- ritorna anche nella celebre e cupa poesia di Bertolt Brecht ”Und was bekam des Soldaten Weib” (E che venne alla donna del soldato) divenuta canzone su musica di Kurt Weill.
Cfr.:
• Originale Tedesco: (Lotte Lenya) e Atar trio, canta Valeria Fubini.
• Versione inglese: Marianne Faithful o
• Versione italiana, su musica di Hanns Eisler: Milva / Giorgio Strehler.